Ruggine e lamiera, il buon umore in un rottame

Spiegare a parole cosa si prova nel realizzare un sogno non è facile, ma posso dirvi che, anche quando ciò richiede tanto sudore e fatica, non c’è nulla che dia più soddisfazione.
Non posso datare esattamente il giorno in cui un folle pensiero mi spinse a desiderare un pulmino da “figli dei fiori” o tipo “pulmino delle suore”; di certo era il 2005 quando lo vidi per caso su internet, ma il destino fece in modo che le mie finanze in quel periodo venissero destinate altrove. Risultato: tasche vuote e al verde (il colore che destinerò al mio MiniBuss) e un desiderio da riporre in un cassetto. Poi, il giorno del mio compleanno, il 2 aprile del 2006, mi fecero trovare in cortile un pacco (verde) di 4 metri per 2, alto sempre 2 metri circa. Cosa volete che ci fosse sotto quel telo se non "la mia piccola fabbrica di tetano”! Ammetto che a caldo le sensazioni furono contrastanti, da una parte la razionalità delle spese da affrontare, dall'altro la sfida nel realizzare ciò che altri ritenevano una follia. C'è chi l'ha definito una punizione, chi un rottame inutile; io lo ritengo il mio piccolo/grande progetto da condividere con Max e Nunzio e mi piace pensare che, per quanto ancora sprovvisto di motore e smontato in tutte le sue parti, abbia già cominciato il suo viaggio per tornare a vivere.

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